È utopia pretendere una pasta fredda senza tonno?

Questa primavera ho fatto la mia prima pasta fredda. Era una ricetta del NYT Cooking che prevedeva una base di salsa di tahina, acqua e Parmigiano, a cui si aggiungevano pomodorini, scalogno, menta e semi di sesamo. Era semplice e deliziosa. Solo dopo averla preparata e finita in poche forchettate mi è sovvenuto che era probabilmente la prima pasta fredda senza tonno che avessi mai assaggiato.

 

Ancora una voltai tengo a ribadire quanto io non sia brava in cucina. La mia già di per sé scarsa manualità ai fornelli diventa ancora più problematica. Non posseggo doti di creatività e improvvisazione gastronomica. E non sono abbastanza spericolata da usare tutto il burro necessario per far riuscire bene le ricette, e lo sappiamo tutti, il burro è fondamentale.

Però amo riflettere sui fenomeni culinari e mi sono chiesta quando esattamente la pasta fredda, da icona dei picnic e dei pranzi al sacco, avesse perso la sua credibilità e fosse scomparsa dalle tavole di tutta Italia, relegata alle pagine di qualche settimanale femminile di basso livello. Eppure è una ricetta incredibilmente versatile e soprattutto perfettamente conciliabile con esigenze vegetariane o vegane.

Ho pertanto stilato la mia personale, e assolutamente non professionale, lista di cose da evitare a ogni costo, oppure da fare assolutamente, quando si prepara una pasta fredda senza proteine animali. Sono idee che spero vi risultino utili mentre l’afa aumenta in modo inversamente proporzionale all’appetibilità dei tortellini in brodo – da bolognese sono il mio personale metodo di misurazione del caldo.

Alla larga dal mais

Siamo persone adulte e vaccinate (questa frase detta di questi tempi suona molto più problematica di quanto lo fosse fino all’anno scorso): davvero vogliamo mettere il mais nella nostra pasta? Io non credo. O almeno lo spero. Superate i vostri traumi infantili e ignoratelo.

Attenzione all’orologio

Fredda non vuol dire scotta. Né appiccicosa. È fondamentale cuocere la pasta al dente e con al dente intendiamo davvero al dente, non “esattamente al minuto in cui dice la confezione, ma quando suona il timer cincischio ancora un po’.” È altrettanto fondamentale condirla subito con abbondante olio extravergine d’oliva, per evitare che si attacchi. Attenzione però anche a un’altra tempistica: quella di conservazione. Il giorno dopo la pasta fredda è buona. Quello ancora dopo… meglio di no. Una volta che l’avete preparata lasciatela fuori a temperatura ambiente e consumatela entro poche ore. Se la mangiate il giorno dopo potete lasciarla in frigo mentre se non riuscite a finirla tutto potete optare per un’opzione più indolore come la frittata di pasta.

La pasta fredda perfetta esiste

E contiene la feta. Se c’è un ingrediente che meglio di ogni altro si presta a essere inserito nelle vostre pasta salad, come ben dimostra questa ricetta di The Pioneer Woman, è la feta. Altri ingredienti con cui vincere facile? Pomodorini (di quelli buoni) e zucchine, ma in generale qualsiasi verdura (di stagione che vi controlliamo), saltata appena in padella o messa ancora cruda, sottoli e sottaceti (sempre di quelli buoni), frutta secca per l’effetto crunchy.

Il grado estremo di pigrizia culinaria

Ovvero i sughi pronti. Lungi da me giudicarvi, come vi ho già detto non sono certo un fulgido esempio di casalinghitudine. Siete ufficialmente assolti: si possono usare anche con la pasta fredda. Un pesto pronto va benissimo per condire la pasta fredda, meglio ancora se arricchito da un po’ di frutta secca e qualche foglia di basilico fresco (ehi, sapevate che un altro argomento di cui parlo senza saperne granché sono le erbe aromatiche?).

Dimentica quello che sai

E preparati a scombinare tutti i preconcetti che avevi sulla pasta fredda. Niente tonno né wurstel come negli incubi gastronomici della tua infanzia, bensì largo anche a ingredienti inaspettati come avocado per la componente grassa, diminuendo un po’ l’olio, e legumi che non siano i piselli – ad esempio i ceci come in questa ricetta de La Cucina Italiana. Attenzione solo a una cosa: se decidi di fare una salsa, tipo appunto il pesto, ti servirà un po’ di acqua di cottura per amalgamare meglio il tutto; se invece aggiungi ingredienti vari questo accorgimento non è necessario. Non avere paura di osare anche con i formati di pasta. I giapponesi mangiano i soba freddi da sempre: perché noi dobbiamo limitarci a farfalle, penne e fusilli quando possiamo fare una Salad Ramen?

 

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno