Il libro che racconta tutto sui limoni italiani e ci insegna a mangiarli interi, come un frutto

Il paese dei limoni libro

Un libro interamente dedicato all’agrume più famoso e forse meno popolare in Italia: è stato appena pubblicato da Trenta Editore Il Paese dei limoni, dell’autrice Manuela Soressi, che avrà il potere di gettare luce sui limoni, la loro storia e la loro importanza nella nostra cultura gastronomica.

Il Paese dei limoni è un entusiasmante percorso attraverso sette varietà di limoni italiani che, da sole, ci permettono di essere forse l’unica nazione al mondo ad avere disponibili dodici mesi all’anno questi straordinari frutti. Per qualche dettaglio in più e per capire come mangiarli sfruttando i loro enormi benefici, ho fatto quattro chiacchiere proprio con l’autrice Manuela Soressi.

Il Paese dei Limoni: il libro su un agrume che potrebbe essere valorizzato di più

La granita al limone con la brioscia, la limonata al sale del chioschetto e l’insalata di limoni con anche la buccia. Sono le tre preparazioni al limone che mangio da sempre.
Sono letteralmente cresciuto tra l’odore di agrumi: dagli alberi di mio nonno, sul versante ionico del messinese, al retro della famosa azienda di trasformazione di agrumi per bibite, a 100 metri dal mare dello Stretto. Mi sono presentato così all’autrice, un modo per dirle che per me, i limoni, sono una cosa seria.

 

Il Paese dei Limoni è il libro in cui Manuela Soressi ripercorre la storia di sette limoni IGP italiani e non solo, facendone emergere l’importanza per la nostra alimentazione, ma anche per la nostra economia e cultura. Ad arricchirlo, anche le ricette di Ramona Pizzano.

Manuela, perché un libro sui limoni?

A me piacciono i limoni. Come oggetto, nella loro forma, nei colori e nel loro profumo. Il gusto poi, mi piace moltissimo, soprattutto in pasticceria. Non mi ero però mai fermata a riflettere su questo frutto. Cosa che ho fatto mentre scrivevo un approfondimento per una rivista. Da qui mi si è aperto un mondo
Ho iniziato a notare che al supermercato i limoni sono sempre diversi. Lì ho capito che bisognava approfondire.

 

Quali sono state le prime scoperte interessanti?

Tra le prime scoperte, quella che deteniamo ben sette denominazioni sui limoni. Siamo gli unici al mondo ad avere così tante varietà che ci consentono di avere il limone di stagione tutto l’anno. Ho scoperto poi che in Italia ci sono le limonaie più a nord del mondo. Nessun altro Paese dispone di questa biovarietà.

Tra tutte le storie di limoni, qual è quella che ti ha colpito di più?

Sicuramente il limone Interdonato Messina. L’unico che porta il nome del suo creatore, un ex garibaldino che nel suo giardino inizia un percorso che sfocia nell’unione di un cedro con la varietà locale di limone ariddaru. Interessante poi scoprire che molta della ricchezza del sud Italia, per almeno un secolo, si sia basata sui limoni. Non pensavo avessero avuto un ruolo così importante per l’economia.

Con la crisi dell’industria della seta dei Borboni i telai, usati per i tessuti, andarono ai produttori di pasta, dall’altra parte, sempre i Borboni, incentivarono la coltivazione di limoneti. Sorrento è un esempio di come gli agrumi abbiano fatto la ricchezza del luogo. Con i primi viaggi di migranti verso il nuovo mondo, si trasportavano in America anche i limoni. O Amalfi, una piccola scheggia di terra che un tempo era il magazzino di limoni per tutta la Costiera.

Altra cosa curiosa: dalla metà del ‘700 in poi inizia la coltivazione su ampia scala di limoni. I limoneti siciliani diventarono i terreni più redditizi d’Europa, ancora di più delle terre del Bordeaux. Secondo uno studio americano, i limoni hanno avuto un ruolo nel consolidamento di una struttura sociale di impronta mafiosa.

 

E oggi, come va il mercato dei limoni in Italia?

Bisognerebbe investire su una strategia comune sul rilancio dei limoni, mettendo insieme i produttori e i consorzi delle sette IGP per comunicare ai consumatori tutti i valori di questo agrume.

Ci siamo incaponiti a volte a comunicare agrumi di cui però non abbiamo molta produzione, mentre per i limoni non si è fatto molto. Anche reperire le informazioni è difficile.
C’è un corto circuito informativo, ma i consumatori vorrebbero sapere di più.
Purtroppo, il limone è fratello minore rispetto ad altri agrumi, nonostante abbia proprietà eccezionali e lo si usi solo da condimento. Nonostante le nostre terre siano ricche di limonaie, cediamo all’acquisto di limoni spagnoli e argentini che hanno dei colori più rassicuranti per un consumatore ma sono privi di odori e fragranza, oltre che già vecchi.

A proposito di colori del limone, parlaci del verdello!

È una storia incredibile, perché frutto dell’invenzione di una pratica agricola – la forzatura – tutta siciliana e che ha dato la possibilità, al limone, di fruttificare in piena estate, quando la voglia di agrumi è decisamente più grande: basti pensare ai dessert, ai cocktail.

Dal nostro ingegno è nato il verdello (chiamato così per il colore della sua buccia), una conquista che però, oggi, i consumatori rifiutano perché siamo ancora abituati ad associare il colore verde al gusto amaro. In realtà il verdello non è affatto amaro.

 

Rifiutiamo il verdello, ma compriamo il lime che viene dall’altra parte del mondo…

Esatto. Il verdello potrebbe essere un meraviglioso sostituto del lime, ma i consumatori non li conoscono e non li acquistano. E la GDO quindi, non li vende. Eppure, i verdelli e tutti i limoni sono molto meno costosi e accessibili del lime.

 

E allora, come facciamo a coinvolgere il consumatore in un consumo più consapevole?

La gente è già un passo avanti! La moda di bere il limone spremuto ogni mattina è diventata una consuetudine che ha confermato un’informazione preziosa: il limone fa bene.

Bisognerebbe fare un passo avanti e dire di non fare a pezzi un limone ma di mangiarne una fetta intera al giorno, con la buccia rigorosamente non trattata, l’albedo e tutte le sue parti. E poi raccontare quale limone in che stagione e formare il consumatore.

Io ho imparato che da febbraio a ottobre posso trovare in vendita il Limone Costa D’Amalfi IGP, che anche d’estate crescono i limoni (ma si possono anche conservare) e che a Sorrento, esiste ancora un limoneto, il più antico della Penisola Sorrentina, che fiorisce dal 1600. Ho imparato un’altra cosa preziosa: che, come per molti prodotti ortofrutticoli che definiamo italiani, anche il limone è un migrante. È nato dall’altra parte del mondo, ma approdando qui, ha deciso di mettere radici per contribuire alla storia e all’economia del nostro Paese. Che oggi è anche il Paese dei Limoni.

Il libro di Manuela Soressi è disponibile nelle librerie e online

Alessio Cannata

Messinese a Milano. Digital Strategist di progetti dedicati al food & wine. Collabora con Linkiesta Gastronomika e passa molto tempo a fare la spesa.