Quali sono i ristoranti più sostenibili del mondo?

Ristoranti Più Sostenibili del Mondo

Ci siamo già chiesti, quando è comparsa la stella verde Michelin, dove stesse la linea di confine tra celebrazione della sostenibilità e mero greenwashing. In un mondo in cui sempre più aziende cercano di ripulirsi con operazioni di facciata, tutte volte a costruirsi un’immagine green, e in cui anche gli chef saltano sul carrozzone della cucina sostenibile togliendo questo o quell’ingrediente dal menu, o annunciando vaghi proclami di “spreco zero”, è difficile capire chi è davvero mosso da un’etica ambientale e chi no.

Eppure è innegabile che qualcosa si stia muovendo. Parliamo ad esempio della svolta veg di uno dei migliori ristoranti del mondo. O di sempre più locali che decidono di eliminare la carne nei menu degustazione. E allora forse vale la pena incentivare tutte le forme virtuose di attenzione all’ambiente da parte degli chef, quando sono autentiche e autenticamente utili. Così ad esempio fa la We’re Smart Green Guide, la guida dell’associazione We’re Smart, fondata dallo chef belga Frank Fol nel 1989 – in tempi decisamente non sospetti – che dà punteggi (da 1 a 5 ravanelli) ai ristoranti di tutto il mondo in base ai loro livelli di sostenibilità.

Sono appena stati annunciati i vincitori dell’edizione 2021. Ai primi posti vediamo quasi solo ristoranti dell’Europa centrale (a tradire la provenienza del fondatore e una vocazione nettamente eurocentrica): La Distillerie a Bourglinster, Lussemburgo, seguita da De Nieuwe Winkel a Nijmegen, Paesi Bassi, e Vrijmoed a Ghent in Belgio. Il resto della classifica però è più vario e vi troviamo anche diversi nomi italiani.

Ecco i dieci ristoranti italiani più sostenibili (e quindi premiati con i 5 ravanelli) della We’re Smart Green Guide 2021. Nella classifica vediamo ben tre ristoranti con tre stelle Michelin: Piazza Duomo di Enrico Crippa, famoso per il suo grande utilizzo del vegetale; il St. Hubertus, in mezzo alle Dolomiti, dove lo chef Norbert Niederkofler promuove un concetto di cucina di montagna con ingredienti strettamente locali; e Le Calandre di Rubano della famiglia Alajmo, un alto ristorante dove l’elemento vegetale è sempre stato fondamentale. E in una lista simile non poteva ovviamente mancare il Joia di Pietro Leemann, primo ristorante vegetariano con una stella Michelin d’Europa.

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno