Due cocktail “vegetali” per l’estate consigliati da due mixologist

Non ci può essere una bella vita dove non ci sono buoni cocktail. Ad affermarlo sarebbe stato addirittura Benjamin Franklin, padre fondatore degli Stati Uniti. Non so se la paternità della frase sia attendibile, ma chiunque l’abbia detta ha perfettamente ragione.

Ho pensato di chiedere a due esperti di mixology la loro ricetta per il drink perfetto da sorseggiare durante l’estate 2021 ed ecco le proposte di Carlo Salino del ristorante Opera Ingegno e Creatività a Torino e di Vanessa Simini del Makoré nel centro storico di Ferrara. Ovviamente si tratta di due cocktail a sfondo veg.

La rivisitazione del Bloody Mary firmata da Carlo Salino, sommelier del Ristorante Opera di Torino

Nuova vita al Bloody Mary

Vodka, succo di pomodoro e spezie. Il Bloody Mary non ha bisogno di molte presentazioni e ancora oggi è tra i long drink più amati e ordinati in tutto il mondo. Il sommelier Carlo Salino ha messo a punto una versione con centrifugato di pomodori ciliegino gialli, da abbinare al menù vegetariano mono-ingrediente dedicato al pomodoro dello chef Stefano Sforza. “Il pairing vale soprattutto per la seconda portata del menu, ossia Pomodoro, primo sale, basilico”, racconta Carlo Salino. “Trattandosi di un piatto piuttosto delicato, ho deciso di abbassare la gradazione alcolica, di eliminare la salsa Worcestershire e di sostituire il succo tradizionale con un centrifugato di ciliegino giallo e il succo di limone con il lime”.

Ingredienti (per 1 persona):

  • 15 ml di vodka
  • 50 ml di centrifugato di pomodori ciliegino gialli
  • 2 gocce di tabasco
  • 10 ml di succo di lime
  • sale e pepe q.b.
  • olio al basilico q.b.
  • Ghiacciolini aromatizzati al basilico

Preparazione:

Centrifugate i pomodorini e filtrateli brevemente. Versate tutti gli ingredienti in uno shaker, eccetto l’olio al basilico. Shakerate e versate nel bicchiere. Aggiungere l’olio al basilico con un contagocce.

Al ristorante Makorè di Ferrara Vanessa Simini suggerisce l’abbinamento con un cocktail a base di Chartreuse e sakè

Oltre le mura della Chartreuse

Avete mai assaggiato la Chartreuse? È un liquore messo a punto nel 1605 dai monaci certosini del monastero della Grande Chartreuse, immerso nelle Alpi francesi. Oggi viene prodotto in una fabbrica nei pressi di Voiron, a pochi chilometri dal complesso religioso e sotto la rigorosa supervisione degli ecclesiastici. La regola qui è una sola: rispettare l’antica ricetta originale, che resta segretissima. Nessuno, ad eccezione di qualche monaco, sa quali sono le erbe e i fiori utilizzati per la preparazione. La chartreuse ha un sapore dolce, ma al tempo stesso speziato e lievemente pungente. Per certi aspetti ricorda il liquore Strega. Si assapora al naturale, con l’aggiunta di qualche cubetto di ghiaccio, ma può diventare anche la base per il bere miscelato. È quello che ha fatto Vanessa Simini, sommelier e maître del ristorante ferrarese Makorè. “Ho pensato di utilizzare questo ingrediente all’interno di un drink insieme ad un sakè con il 10% di raffinazione del chicco di riso e una gassosa biologica”. Al ristorante viene proposto con l’Insalata di mare, il primo piatto del menu degustazione Oltre le mura dallo chef Federico Belluco, a cui si ispira il nome del cocktail stesso.

Ingredienti (per 1 persona):

  • 1.5 cl Chartreuse gialla
  • 1 cl sakè Katori 90
  • gassosa biologica

Preparazione:

Versate la chartreuse e il sake in un mixing glass. Miscelate e servite in un tumbler basso con un grande cubo di ghiaccio. Ultimate con un top di gassosa e un rametto di timo limonato.

Jessica Bordoni

Milanese giramondo, giornalista professionista dal 2015. Scrive di food&wine su varie testate, tra cui Civiltà del bere, Il Giornale e Le Guide di Repubblica.