Sicilian Talks: le erbe aromatiche di Sicilia

Quando si parla di cucina siciliana c’è una serie di cose che viene subito alla mente. La gloriosa tradizione dolciaria, tripudio di ricotta e canditi; il mitologico cibo di strada tra odore di fritto e cartoccini unti; le stratificazioni secolari di culture visibili, o meglio assaggiabili, in piatti come il cous cous o nell’utilizzo dell’agrodolce. Ma quanti di noi normalmente pensano alle erbe aromatiche siciliane?

 

Inaugurato a inizio luglio sul waterfront palermitano’, dove la foce del fiume Oreto incontra il Mediterraneo, Molo Sant’Erasmo è “un luogo da cui vogliamo far ripartire la città, risemantizzando e ridando nuova vita ad un luogo che per troppo tempo è stato negato a palermitani e turisti,” ci dice il fondatore Savero Borgia. La parte di ‘trattoria di mare contemporanea’ è affiancata da un cocktail bar guidato da Giuseppe Sciarabba dove le erbe aromatiche della Sicilia diventano protagoniste dei drinks.

 

 

“Volevamo qualcosa che anche nel bicchiere esprimesse la nostra filosofia: l’essere orgogliosamente siciliani e palermitani ma anche una certa idea di rinascita,” prosegue Borgia. “Così abbiamo scelto di usare ingredienti del territorio, come agrumi, frutta, erbe, fiori e spezie locali ma anche liquori, gin e basi alcoliche che esprimessero i profumi della nostra terra,” prosegue Borgia.

 

Basta dare un occhio alla drink list per accorgersi che qui non si beve (solo) il solito Spritz. Cominciando dal signature drink, il Negroni a Sant’Erasmo a base gin con un Campari ai capperi ed olive, vermouth rosso e Passito di Pantelleria.

 

 

Come ci spiega Giuseppe Sciarabba, la scelta di erbe siciliane da inserire nei cocktail è stata fatta partendo da profumi e sapori più semplici: “Abbiamo utilizzato elementi già abbastanza conosciuti come la zagara, con cui creiamo una soda protagonista dello Zagara al tramonto insieme a zibibbo, bitter Campari salato e succo di limone. O ancora la soda al gelsomino che va nell’Americano in Sicilia. Le prossime drink list saranno sempre improntate alla sicilianità ma un pochino più complesse.”

 

 

 

Il foraging, ovvero la raccolta di erbe spontanee, è ancora poco praticata dagli chef siciliani, anche se boschi, montagne, campagne e perfino spiagge della regione offrirebbero un patrimonio di erbe e fiori da raccogliere, ci spiega Sciarabba: “In questo momento vado da un’erboristeria che ha i prodotti siciliani. Per ora faccio soprattutto sode aromatizzate, ma vorrei specializzarmi anche in bitter e liquori, magari puntando anche su sapori più ‘insoliti’ come timo e rosmarino. Vorrei lavorare molto anche con il finocchietto selvatico.”

 

 

 

 

Grandi protagonisti dei cocktail sono i vini liquorosi, parte del DNA siciliano: malvasia, passito e via dicendo, anche se “ultimamente ci sono più sperimentazioni, come il distillato di miele delle api degli Iblei.” E chissà che anche Molo Sant’Erasmo, partendo dalle erbe siciliane, non dia un nuovo corso alla sperimentazione sicula in termini di superalcolici.

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno