Le grandi catene di fast food corteggiano i vegani

In Italia i vegani circa il 2%, un numero basso che però è in crescita, lenta ma costante, così come il numero dei vegetariani, circa il 6-7%. Insomma un 8% della popolazione ha un’alimentazione a base prevalentemente vegetale. Eppure nell’immaginare comune “vegetale” fa pensare ancora a cibi sciapi, tristissime alimentazione restrittive, salutismo estremo e piacere ridotto ai minimi termini.

Non è così all’estero, dove ad esempio un locale come Vegan Junk Food ad Amsterdam è una provocazione chiassosa e divertente, per mostrare che “vegano” non deve sempre essere sinonimo di “sano” e che ci si può divertire anche senza consumare né carne né pesce né formaggio né uova. Negli ultimi anni anche le grandi catene di fast food si sono sempre piùadeguate alla richiesta crescente di prodotti a base vegetale.

Se il pollo non è pollo

Pollo fritto vegano. Sembra una contraddizione in termini, eppure a lanciarla è stata proprio Kentucky Fried Chicken, il colosso statunitense diventato famoso per il suo pollo fritto e per la salsa del Colonnello Sanders. Il Beyond Fried Chicken è il nome dei nuggets e delle alette realizzate con Beyond Meat, l’azienda californiana, nata nel 2009, che ha creato una fake meat con ingredienti naturali, come derivati del grano e proteine di legumi. Lanciato nel 2019 in una confezione verde, il Beyond Fried Chicken sembra essere l’esempio perfetto di green washing per una multinazionale che è spesso stata criticata dalle associazioni animaliste per il suo sistema di allevamento dei polli. È seguita anche una versione vegana del loro hamburger con cotoletta di pollo ma entrambi non sono disponibili in Italia.

Anche Mc Donald’s va oltre

Anche il fast food brutto e cattivo per eccellenza corteggia da anni le alternative vegetali tra lanci in sordina di prodotti presto ritirati e iniziative locali come i nuggets vegetali in Norvegia o il BigMac vegetale in Germania. L’ultimo annuncio in ordine di tempo è quello del lancio, per quest’anno, del McPlant, un hamburger 100% vegetale, di cui si sa ancora pochissimo ma che sarà realizzato anche in questo caso in collaborazione con Beyond Meat.

Qualche anno fa ho assaggiato la carne di Beyond Meat e posso affermare con sicurezza che è l’alternativa vegetale più simile alla carne che abbia mai provato: in cottura si crea anche la crosticina grazie alla reazione di Maillard e a livello nutrizionale è praticamente uguale alla carne di manzo – senza però contenere colesterolo.

Burger King sbaraglia la concorrenza

Ma per ora la sfida dei fast food vegani in Italia l’ha vinta Burger King. Dopo aver proposto il Rebel Whopper, una versione veg del loro famoso hamburger con la carne vegetale di Impossible Foods, ora hanno creato due prodotti plant-based: i nuggets di pollo vegetale e una rivisitazione del burger vegetale, entrambi in collaborazione con l’azienda olandese The Vegetarian Butcher, che lavora prevalentemente con la soia. Le prime reazioni del pubblico sono state entusiastiche. Sono però già arrivate numerose polemiche sul fatto che questi prodotti, nel loro caso come in quello dei fast food, vengono cotti usando gli stessi strumenti e piastre utilizzati per i prodotti animali.

Da onnivora che cerca di consumare poca carne e molti alimenti di origine vegetale, ma non potrebbe mai rinunciare completamente ai prodotti di origine animale (pare si dica flexitariana, ma non sento il bisogno di darmi etichette), io penso che queste iniziative – per quanto puzzino di green washing e siano solo una pezza su altri atteggiamenti affatto etici di queste grandi catene – siano comunque positive. Sono una proposta che tiene conto delle esigenze di vegani e vegetariani ma anche una buona alternativa per chi consuma carne ma vuole (e sa di dovere) variare un po’.

Quando ho assaggiato la Beyond Meat dal locale WellDone a Bologna mi hanno spiegato che molti vegani non la ordinavano perché il sapore assomigliava troppo alla carne. Il mio personale gusto, quando mangio vegetale, mi spinge verso alimenti che abbiano il sapore di verdure o legumi e non mimino qualcos’altro – penso ad esempio ai deliziosi hamburger di Flower Burger. Ma questa spinta verso il vegetale mi sembra comunque un segnale positivo di cambiamento, anche quando viene dai fast food simbolo di tutti mali del capitalismo. E comunque le patatine fritte erano vegane anche prima.

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno