Frutta e verdura possono essere (anche) gourmet?

La risposta alla domanda con la quale abbiamo deciso dare il titolo a questo nostro primo articolo potrebbe apparire abbastanza scontata, eppure fino ad ora non lo è sempre stato.

Come fanno, in effetti, a non essere considerati (anche) gourmet un lampone, una fragola, una ciliegia o, spostandoci nel mondo egli ortaggi, un pomodoro, un melone o un radicchio? E l’elenco potrebbe essere infinito. Anzi, è infinito. Tutto vero. Però, senza ipocrisia, va detto serenamente come frutta e verdura siano soprattutto una commodity.

Lo sono per una buona fetta di consumatori, lo sono per una grande fetta di produttori, lo sono per la stragrande maggioranza dei distributori. Niente di male in tutto questo: determinate leve, il prezzo su tutti, sono e continueranno ad essere anche in futuro fondamentali e condizioneranno sempre il successo o l’insuccesso di un prodotto fresco come l’ortofrutta. Ma non è detto che siano determinanti indistintamente per tutte le referenze presenti in questo universo e  incondizionatamente per tutti i consumatori.

C’è un mercato, probabilmente di nicchia, che non smuove, e non smuoverà mai in futuro, volumi importanti, ma che è tremendamente decisivo anche per le sorti dell’ortofrutta più commodity che ci possa essere:  è quello gourmet. Vale a dire quello composto da chi cerca il massimo delle caratteristiche organolettiche possibili disponibili, che considera decisivo chi produce e come, che vuole sapere da dove viene quello che mangia e che storia vi è alle spalle, che non considera secondaria la confezione e ogni singolo dettaglio e che solo alla fine, forse, guarda anche il prezzo.

Gente molto facoltosa? Non necessariamente. Gente appassionata? Sì, questo sicuramente. Persone che al cibo donano più importanza rispetto alla media, che sono disposte a percorrere chilometri per trovare un determinato alimento, che quando arriva il week-end non vedono l’ora di dedicare tempo alla ricerca dell’ingrediente giusto per quella ricetta, per quel vino che si abbina bene con quella determinata pietanza e così via.

Spesso il comparto ortofrutticolo guarda al successo di altri settori. Ad esempio il termine di paragone cade su prodotti alimentari che un tempo erano solo commodity, e che continuano ad esserlo anche adesso, ma che nel tempo hanno saputo esplorare anche il lato gourmet, lanciando sul mercato prodotti che sapevano toccare altre leve oltre a quelle del prezzo. Nicchie, spesso di alto se non altissimo livello, ma che poi hanno condizionato anche la produzione più cheap, rivalutando un’intera categoria e portando beneficio a tutti.

Qualche esempio? Ce ne sono tanti, in realtà. Pensiamo alla pasta, un tempo un prodotto quasi indistinto se non per il formato e che ad un certo punto ha cominciato a riportare il nome del grano in evidenza e ad essere commercializzata con un packaging quasi da boutique. Pensiamo alla tavoletta di cioccolato, un tempo solo al latte o fondente, poi segmentata per tipologia di fava di cacao, origine e percentuale di cacao. Per non parlare del vino: oggi sentirsi dire da un oste “rosso o bianco” è qualcosa di preistorico, ma persino cercare una bottiglia per denominazione o vitigno non basta più, essendo nata una nicchia, sempre più grande, di appassionati che sceglie il vino guardando al singolo vigneto di provenienza o a quella precisa tecnica di lavorazione che il produttore segue in vigna o in cantina.

Insomma, c’è tutto un mondo di appassionati gourmet al quale chi produce frutta e verdura raramente parla, nonostante abbia una quantità infinita di argomenti per farlo.

Da qui nasce l’idea di questa nuova casa di Myfruit: Fruit Gourmet. Cercheremo di indagare, scoprire, raccontare, chi produce frutta e verdura stimolando soprattutto cuore e palato di chi la consuma, chi la seleziona e vende con competenza e ricerca, chi la cucina e lavora considerandola protagonista e non un mero contorno o fine pasto.
L’ambizione, insomma, è quella di fornire alla frutta e verdura – non tutta, ma quella che realmente ha dei requisiti gourmet – un luogo differente dove possa essere valorizzata come merita.

Alessandro Franceschini

Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, ortofrutta e grande distribuzione, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Associazione Italiana Sommelier della Lombardia, direttore del magazine www.myfruit.it, è docente in vari Master della Scuola di Comunicazione dell'università Iulm di Milano, è uno dei curatori della fiera Autochtona e collabora con testate come l'Informatore Agrario, Spirito diVino e le pagine GazzaGolosa della Gazzetta dello Sport. In passato, oltre ad aver diretto la redazione di Lavinium.com, ha collaborato con la guida ai ristoranti del Touring Club e con la guida ai vini de L'Espresso. È stato uno degli autori dell'Enciclopedia del Vino di Dalai Editore, del volume "Vini e Vignaioli d'Italia" del Corriere della Sera e del libro "Il vino naturale. I numeri, gli intenti e altri racconti" edito dalla cooperativa Versanti.