Nel 2025, le ciliegie non si mangiano soltanto: si indossano. Letteralmente.
A lanciarle sotto i riflettori non è stato solo l’arrivo di giugno e delle prime varietà nei mercati, ma anche la moda, che ha consacrato il Cherry Red come colore dell’anno. Un rosso vivo, polposo, pieno di energia e nostalgia anni Duemila — “succoso e femminile”, come lo definisce Harper’s Bazaar Italia.
E il colore ha portato con sé tutta l’iconografia della ciliegia: stampe, grafiche, gioielli pop e accessori bold. La vera ciliegia sulla torta? La capsule firmata Takashi Murakami per Louis Vuitton, in cui una ciliegia cartoon coloratissima spunta ovunque — su borse, t-shirt, trench — vista addosso a Zendaya nella nuova campagna Resort 2025.

Un ritorno fruttato che ha fatto il giro del fashion system. Ma la ciliegia non si è fermata all’alta moda. Il suo appeal trasversale ha conquistato anche le collezioni streetwear e vintage-core, da piccoli brand indipendenti fino al prêt-à-porter delle grandi catene. Un motivo ricorrente, che spunta tra abiti a fiori e crop top, ma anche in formato orecchini chunky, nail art o stampe su sneakers.
La ciliegia è pop, ma anche profondamente italiana
Simbolo di estate, piacere e golosità, la ciliegia ha conquistato anche il mondo del food design e della pasticceria d’autore. Dai macaron ripieni ai cocktail estivi, dalle cheesecake moderne alle praline alla ganache di ciliegia, questo frutto è tornato protagonista nelle vetrine più instagrammabili d’Italia.

E non si tratta solo di estetica: dietro la bellezza, c’è territorio, stagionalità e varietà.
Lo sa bene chi racconta il mondo agroalimentare con passione e competenza. FruitGourmet lo ripete spesso: valorizzare i prodotti locali è anche dare visibilità alle loro storie. Le ciliegie, ad esempio, hanno radici geografiche ben precise. Dalla Ferrovia pugliese, soda e croccante, alla Vignola IGP, tonda, dolce e profumata, fino alla Moretta di Vignola, presidio Slow Food e chicca da intenditori.
A queste si aggiungono le trasformazioni più innovative: marmellate naturali, salse da pairing con formaggi o carni, ciliegie disidratate per snack “on the go” e perfino sorbetti salati da fine pasto.
Estetica + gusto = cultura contemporanea
In un’estate in cui le ciliegie sono diventate (anche) un piccolo lusso — complici le condizioni meteo che ne hanno ridotto la produzione e fatto salire i prezzi — vale la pena guardare a questo frutto con un occhio nuovo.

La ciliegia 2025 è molto più di una moda passeggera. È l’emblema di un immaginario che unisce food, fashion e territorio, e che parla di italianità contemporanea: ironica, sensuale, pop.
Per chi lavora nella filiera alimentare, è anche un invito a ripensare le narrazioni del cibo: non solo proprietà nutrizionali, ma anche simboli, forme, colori.
Insomma: tra il Cherry Red delle passerelle e le ciliegie vere, da gustare sotto il sole o da raccontare in una confettura ben fatta, il confine si fa sottile. E tutto — stile, identità, piacere — si gioca sul filo rosso di una doppia drupa.