Rosa Romana, un tesoro degli Appennini (e degli chef)

Rosa Romana

Essere nata e cresciuta negli Appennini emiliani mi ha reso precocemente consapevole di una cosa: i rilievi che punteggiano la nostra regione sono ricchi di tesori enogastronomici. E non parlo solo di quelli che hanno reso più nota l’Emilia, come il Parmigiano Reggiano, i salumi o delizie opulente come lo gnocco fritto. Parlo anche di prodotti vegetali poco conosciuti ma straordinari come la Rosa Romana.

Questo frutto è una varietà di mela presente da secoli nei territori collinari e di bassa montagna dell’Emilia. Basti pensare che viene citata in un trattato del 1879 sull’agricoltura in Italia! Le caratteristiche del frutto sono la forma leggermente appiattita, la polpa compatta e soda e il sapore acidulo, non troppo dolce. Negli ultimi decenni la sua coltivazione era stata abbandonata perché meno redditizia rispetto ad altri tipi di mela.

Il 5 dicembre al ristorante Amerigo di Savigno, nel cuore degli Appennini Tosco Emiliani, si è svolta una serata dedicata alla mela Rosa Romana. La cena faceva parte del progetto territoriale dal titolo “Un piatto di Appennino” promosso dal GAL (Gruppo di Azione Locale dell’Appennino Bolognese), per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari appenniniche.

Lo chef Alberto Bettini ha usato la mela in quattro piatti, tre dolci e tre salati, a dimostrare l’estrema versatilità della Rosa Romana. “Da noi si usa da sempre nelle torte di mele,” spiega Bettini. “Ora al ristorante la utilizziamo in un dolce [in copertina, NdR] che chiamiamo 3 consistenze di mela. A una base di pastafrolla aggiungiamo una crema di Rosa Romana, fettine di mela cotta nel vino, e crema cruda per dare una consistenza croccante.” Qui sotto trovate alcune immagini della coltivazione di mela Rosa Romana e le foto dei piatti serviti nella serata.”

Polenta semintegrale del Mulino del Dottore al Blu di Capra, Rosa Romana Caramellata e “bottarga” di petto d’oca affumicato

Risotto con verdure biodinamiche della Valsamoggia, estratto e carpaccio di Rosa Romana

Capocollo e costina di mora semibrada con radicchio rosa, Rosa Romana arrostita e la sua purea senapata

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno