È il momento di cominciare a mangiare i semi di anguria. Qui vi spieghiamo come

“Se l’anguria non avesse i semi sarebbe il frutto perfetto”. Quante volte lo abbiamo pensato? Mi chiedo come facciano alcune persone (esseri forse mitologici) a mangiare il cocomero in piena tranquillità, del tutto impassibili a quei fastidiosi ed ingombranti semini neri. Persone che hanno tutto lo stupore e l’invidia di quelli come me, che dal vassoio si scelgono la fetta con meno semi e che vivisezionano ogni centimetro con coltello e forchetta. Il punto non è tanto il gusto dei semi di anguria, visto che sono abbastanza insapori, ma piuttosto la loro consistenza.

Pochi giorni fa però ho speso alcuni secondi a osservali meglio e ho potuto notare la loro forte somiglianza con i semi di girasole. Da lì ho iniziato a pensare che potessero esserci delle analogie non solo estetiche, ma anche nutrizionali e di conseguenza culinarie, ovvero degli usi che se ne possono fare in cucina. Mi sono quindi messa a fare qualche ricerca per capire se non fosse il caso di rivalutare il mio astio nei loro confronti: con mia grande sorpresa ho scoperto che i semi di anguria, apparentemente fastidiosi e inutili, sono in realtà pieni di qualità.

Si possono mangiare i semi di anguria?

Anzitutto sono commestibili, cosa non scontata visto che siamo cresciuti con il mito che se ingoiati, potevano far crescere delle piante di cocomero nella pancia. In secondo luogo sono pieni di fibre, come la maggior parte dei semi e degli alimenti oleosi in generale. Cosa ulteriormente inaspettata: sono anche pieni di proteine vegetali (35 g per 100 g di semini), un dettaglio non indifferente visto che, se mangiati insieme al frutto, aiuterebbero a ridurne il carico glicemico. Tra le tante proprietà c’è anche il considerevole apporto vitaminico del gruppo B e i grassi insaturi, quelli buoni. Come un seme di tutto rispetto non mancano magnesio, il fosforo, il ferro, il potassio, lo zinco, il rame e il manganese.

So bene che un elenco così lungo di proprietà può suscitare qualche dubbio, eppure esistono alimenti che sono dei veri e propri integratori alimentari. Questo ovviamente non vuol dire che in un singolo seme ci sia il fabbisogno giornaliero o settimanale di nutrienti: come ogni cosa, bisogna mangiarne un po’ alla volta, con costanza e magari sotto consiglio di un medico o di un nutrizionista. La cosa però più importante è non esagerare e non abusarne: i semi del cocomero infatti, se presi in grandi quantità, hanno dei notevoli effetti lassativi

Come dicevamo prima, si possono mangiare insieme al frutto stesso, forse sarà difficile all’inizio per chi non è abituato ma dopo un po’ neanche ci si fa più caso (almeno spero). In alternativa si possono sperimentare diverse cotture per renderli più interessanti.

Come mangiare i semi di anguria: le ricette

Uno tra tutti è la classica tostatura. Esattamente come avviene per la frutta secca, i semi vengono lavati e lasciati asciugati al sole, poi disposti in una teglia ricoperta da carta da forno (un filo di olio e un pizzico di sale se si vuole) e lasciati in cottura per circa 15-20 minuti a 180°. Alla fine dovranno essere croccanti e, una volta raffreddati, possono diventare una merenda pomeridiana di tutto rispetto. In alternativa possono anche essere messi da parte e aspettare che si secchino naturalmente all’aria, come i semi di lino o di zucca.
Possono inoltre essere messi nelle insalatone, nelle minestre o nelle passate fredde, insieme ad altri semi misti. Oppure tritati e mischiati a delle spezie per condire un secondo e dare un tono più crunchy al piatto.

C’è poi chi opta per le bevande a base di semi di cocomero: basta tritare 20 semi di anguria e successivamente bollirli in un litro di acqua. Il preparato potrà essere consumato caldo, oppure lasciato raffreddare in frigo o a temperatura ambiente. Il preparato di semi di anguria bolliti deve essere sempre fresco: si consiglia infatti di non far passare troppo tempo dalla preparazione fino al consumo, questo perché dopo tre giorni il composto potrebbe provocare un’intossicazione.

Un’altra cosa a cui ho pensato – e questo è uno dei miei esperimenti culinari un po’ particolari – è che si potrebbero tostare i semi di anguria insieme ad altri semi e/o frutta secca, tritare il tutto e ottenere un composto cremoso spalmabile da mangiare su qualsiasi cosa o, perché no, direttamente con il cucchiaino. Ci si può fare un pesto con del rosmarino o del basilico, oppure usarli per insaporire e rendere più sfizioso del pane fatto in casa, o dei crackers tipo norvegesi.

In linea generale ogni ricetta che vede protagonisti i semi o spesso la frutta secca è applicabile anche ai semi del cocomero. Io posso solo dire che non guarderò l’anguria con gli stessi occhi: sicuramente sceglierò sempre la fetta con meno semi, ma conoscendone le proprietà, ci penserò due volte prima di scartarli. 

Alice Caccamo

In continuo movimento tra Roma e Milano, scrive di enogastronomia e di sostenibilità, territorio e tradizioni. Appassionata dell'Italia e delle sue infinite ricchezze, crede nell'importanza dei prodotti naturali e autentici.