Il Pumpkin Spice c’entra poco con la zucca ma è diventato un simbolo dell’autunno sui social

Pumpkin Spice Latte

La zucca è ed è sempre stato il mio ortaggio preferito e uno dei motivi per cui aspetto con più trepidazione l’arrivo dell’autunno. Mi piace in versione salata ma mi piace anche in versione dolce, adoro il risotto alla zucca così come la torta di zucca. Immaginate quindi la mia emozione quando, in un qualche aeroporto di una qualche città straniera, davanti a una qualche catena internazionale di caffetteria ho letto Pumpkin Spice Latte (forse la faccenda non si è svolta esattamente così e quello tra me e la bevanda è stato un fortuito incontro social, ma preferisco questa versione romanzata alla meno poetica realtà delle scoperte fortuite all’epoca di Google).

Cos’è il Pumpkin Spice Latte

Nei paesi anglosassoni il Pumpkin Spice Latte non è solo una bevanda a base di caffè. È un simbolo attorno a cui si è costruita una vera e propria mitologia. Le ragazze aspettano l’autunno – che già di per sé, soprattutto negli Stati Uniti, è diventato una sorta di stagione “feticcio” per i Millennial – solo per postare una foto mentre bevono il Pumpkin Spice Latte, un tappeto di foglie colorate sotto i loro stivali, una sciarpa gialla a completare l’inquadratura. È stato creato da Starbucks nel 2003. E all’epoca della sua prima messa in commercio non conteneva zucca. Nemmeno un pochino.

Pumpkin Spice

Nel Pumpkin Spice Latte c’è della zucca?

Anche se ormai è diffusa in numerosi caffè, il Pumpkin Spice Latte è una creatura della nota catena di caffetteria americana. Il successo è stato immediato anche se il sapore della zucca era riprodotto grazie all’uso di aromi artificiali. Solo nel 2015 la ricetta è stata cambiata per includere un “pumpkin pie flavored syrup” che conteneva della purea di zucca. Nel frattempo però la bevanda era già diventata il loro drink stagionale più venduto di sempre e questo grazie al mix di spezie che lo caratterizza: latte caldo, caffè espresso e panna montata insieme a cannella, noce moscata e chiodi di garofano.

Il Pumpkin Spice è diventato una moda anche se con la zucca condivideva poco più che il nome. Il mix di spezie si vende singolarmente ma online si trova ogni tipo di prodotto: non solo dolci, biscotti e gelati, ma anche alimenti insospettabili come l’hummus. Di speciale o difficilmente replicabile non c’è proprio nulla, è una ben riuscita combinazione di spezie invernali che evocano il Natale. Sicuramente parte del suo appeal è legata alla bevanda originale e all’impegno che Starbucks ha messo nello stagionalizzarla – solo da ottobre a dicembre – in una colossale operazione di marketing che si ripete ogni anno.

Per me il Pumpkin Spice non ha nulla di particolarmente interessante così come, confesso, il Pumpkin Spice Latte. Non sa di zucca, sa di bevanda al caffè allungata e zuccherosissima. Una volta ho provato perfino a prepararmelo a casa, aumentando considerevolmente le dosi di zucca, ma il risultato non è stato quello sperato: perfino per me, che provo una tale smodata affezione per la zucca, il risultato era una sorta di smoothie dal sapore leggerissimamente terroso. Buono per la foto Instagram, ma poco di più.

Non tutto quello che è buono per Instagram è buono anche nella vita vera. La zucca però, quella continua ad avere un posto speciale nel mio cuore e nel mio frigorifero. Solo non proverò più a berla.

Giorgia Cannarella

Bolognese per nascita e per scelta, vincitrice del premio miglior food writer per Identità Golose, scrive di cibo e tutto quello che gli ruota intorno