L’affetto è l’ingrediente segreto per far amare le verdure ai bambini (e non solo)

Convincere i bambini a mangiare le verdure? Più difficile che farli spegnere la TV a fine cartone. Eppure, la chiave non sta nei trucchetti da chef stellato o nei ricatti stile “niente dessert se non finisci i broccoli”. Il vero ingrediente segreto si chiama affetto. Ed è proprio grazie all’amore, al tempo condiviso e a un approccio più sereno al momento dei pasti che si può costruire un rapporto sano con il cibo. A qualsiasi età.

Durante un incontro ospitato a Bologna all’interno di Agrofutura, la professoressa Antonia Parmeggiani (neuropsichiatra infantile) e la dottoressa Laura Morisi (dietologa AUSL) hanno spiegato che alimentazione sana e benessere emotivo vanno a braccetto. L’idea è semplice quanto potente: cucinare con amore, mangiare insieme, prendersi del tempo. Non si parla solo di cosa finisce nel piatto, ma anche del contesto, delle relazioni e delle emozioni legate al momento del pasto.

Educare al gusto con gentilezza (e un pizzico di gioco)

Nel mondo frenetico di oggi, dove spesso si pranza in piedi davanti a un laptop e si cena con lo smartphone in mano, il valore del pasto condiviso si sta perdendo. Eppure, i bambini (e anche gli adulti, se ci pensiamo bene) hanno bisogno di rituali che trasmettano sicurezza, calma e piacere. Sedersi tutti insieme, spegnere i dispositivi e parlare di come è andata la giornata può sembrare un gesto semplice, ma è rivoluzionario.

Uno dei consigli più pratici arriva proprio dalla dottoressa Morisi: immaginare il piatto diviso in tre sezioni – una per le verdure, una per le proteine, una per i carboidrati – senza escludere nessun alimento. Sì, anche la carne rossa o i tanto temuti carboidrati. Perché la chiave dell’alimentazione sana non è l’eliminazione, ma l’equilibrio.

In questo schema trova spazio anche il Nutripiatto, una guida visiva pensata per aiutare genitori e figli a orientarsi con semplicità tra i gruppi alimentari. Uno strumento che potrebbe diventare utile anche per chi segue uno stile alimentare vegetariano, vegano o flexitariano e cerca modi creativi per bilanciare il piatto quotidiano.

Coinvolgerli, sempre: anche con i pomodorini sul balcone

Un altro spunto interessante? Coinvolgere i bambini nella preparazione del cibo o nella scelta degli ingredienti. Coltivare insieme dei pomodorini sul balcone, impastare una focaccia o lavare l’insalata sono esperienze che li rendono curiosi e partecipi. E quando si sentono parte del processo, sarà più facile che assaggino anche quello che normalmente eviterebbero.

Questa partecipazione non solo stimola la curiosità, ma rafforza il legame familiare e aiuta a costruire una relazione più rilassata con ciò che si mangia. E se questa attenzione al cibo consapevole comincia fin da piccoli, sarà più probabile che da grandi si mantenga uno stile di vita sano, attento e rispettoso delle proprie esigenze (e di quelle del pianeta, per chi sceglie un’alimentazione vegetale).

Cibo come relazione, non solo nutrizione

Come ha sottolineato la professoressa Parmeggiani, mangiare non è solo assumere nutrienti. È un atto relazionale che accompagna l’essere umano fin dalla nascita. Quando una madre allatta il proprio bambino, non sta solo nutrendo: sta comunicando amore, sicurezza, presenza. E questa dimensione emotiva del cibo dovrebbe rimanere anche quando si cresce.

Ecco perché, nel costruire abitudini sane, la dimensione affettiva è centrale. Mangiare con calma, prendersi del tempo, creare un ambiente sereno e partecipativo sono gesti semplici che possono fare davvero la differenza. Anche nella prevenzione di disturbi alimentari e nel rafforzare l’autostima dei più piccoli.

Un messaggio che vale per tutti

Questo approccio non riguarda solo i genitori. Vale anche per educatori, zii, nonni e persino babysitter. Ma può anche ispirare chi è genitore di sé stesso, chi ha voglia di rivedere il proprio rapporto con il cibo e cerca di avvicinarsi a un’alimentazione più sana, varia ed equilibrata.

Mangiare bene per crescere bene, insomma. Che tu abbia 5 anni o 35. E se c’è un segreto per farlo funzionare, non è una lista di supercibi o l’ultimo trend vegano su TikTok, ma l’amore: per sé stessi, per chi ci sta accanto, e per il tempo che scegliamo di dedicarci a tavola.